Qui potete pubblicare le vostre esperienze reali, corredate, se volete, con foto e/o video, avvenute o meno con persone conosciute in questo sito. In caso lo richiediate, scriveremo il vostro nome, vero o fittizio, e la vostra e-mail.

Si raccomanda di scrivere in questa pagina, appunto, "esperienze reali". Se viaggiate di fantasia, pubblicate in quella dedicata alla "creatività".

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Pubblichiamo alcuni bei racconti di esperienze vissute da Bianca. Per chi volesse contattarla, la sua e-mail, che potrebbe trarre in inganno circa il suo ruolo, è  eva.latuapadrona.lady@gmail.com.

 

La Colazione di Bianca.

 

Ore 6:00... Il silenzio della camera matrimoniale verde con la grande finestra ad Arco che si affaccia sulla piazza centrale viene rotto dalle note della melodia della Danza dei ventagli giapponesi (Sakamoto) che si diffonde dalla radiosveglia. Schiudo gli occhi lentamente stiracchiando il mio corpo nudo e ancora assonnato, Pochi istanti e i miei  piccoli piedi, che dal colore della pelle e la consistenza somigliano a due gustosi caldi panini al latte, aderiscono al pavimento in ceramica decorato con motivi floreali stilizzati dai colori rosso nero e giallo,il contatto sulla superficie fredda sotto la pianta  del piede mi provoca un brivido lungo le gambe che termina sul mio monte di venere completamente glabro .
Percorro scalza il tragitto che porta dalla camera alla cucina , passando così dal freddo pavimento in mattonella alla superficie di legno chiaro del parquet che attraversa tutta la sala giungendo alla cucina, mi piace camminare scalza, liberarmi appena possibile di ogni indumento, la nudità mi fa sentire esposta e vulnerabile.
Sono le note della canzone Vivere (Vasco Rossi) che ora invadono la casa  mentre osservo la frutta omogeneizzare dentro il frullatore, mi rendo conto di come  Il vortice all'interno del bicchiere di plastica sia esattamente come  sto vivendo in questo momento la mia esistenza.
Apparentemente la mia vita e sempre la stessa, ma dentro di me sto vivendo una rinascita di consapevolezza della mia natura.
Il suono automatico del frullatore che mi avvisa che il composto è pronto mi fa trasalire dai miei pensieri, mi piego per prendere le due ciotole di metallo acquistate non con poco imbarazzo da Arcaplanet, poiché non possiedo né ho mai avuto un cane.
Verso il contenuto denso dalla consistenza vellutata nella ciotola più grande ma meno profonda di qualche millimetro mente con la mano sinistra tengo l altra più piccola e profonda, arrivata in sala mi chino appoggiando delicatamente a terra le due ciotole.
Mi avvicino alla ciotola vuota e mi accuccio sopra di essa inarcando un po' la schiena e rilascio la mia minzione, mi piace il suono che si forma urinado nella ciotola, il mio respiro si fa più profondo e i miei occhi si inumidiscono di un sottile piacere.
Finito di urinarie mi posiziono inginocchiata di fronte alle ciotole,ed è in questa posizione edgeplay umiliante che come una docile cagnolina inizio la mia colazione.
Tenendo le mani appoggiate a Palmo aperto di fianco alle ciotole affondo il mio muso all'interno di esse e usando solo la lingua mi nutro, adeguando la respirazione alla posizione e al deglutimento, ad ogni leccata il bordo della ciotola mi colpisce il setto nasale.
Alterno tre leccate di cibo a due leccate di urina, concentrando la mia attenzione sul gusto che passa dal sapore zuccherino della frutta a quello prevalentemente salato con retrogusto amarognolo della mia urina.
Rialzo la testa solo dopo aver leccato tutto fino a rendere lucide le ciotole, solo in quel istante torno a una postura eretta, prendo le mie ciotole pulite apro la lavastoviglie le metto dentro e vado in bagno, mi osservo il volto, le guance bianche sono ora di un rosa pesca, sul mento alcune gocce di urina e frullato lo imperlano e sul naso una piccola linea orizzontale rossa, mi sorrido decidendo di non lavarmi subito i denti ma di uscite per andare al lavoro così pensando che qualcuno possa accorgersi del mio odore ammoniaco e magari  sentire una sensazione di eccitamento pari alla mia nel immaginare l umiliazione dei giudizi di chi, invece, sentendomi puzzare l alito di piscio prova fastidio e disgusto. 

 

La Catena di Bianca.

 

Ore 7:15 guardo la mia immagine riflessa sul grande specchio fissato alla  parete con la cornice in legno scuro che un tempo era l'anta di un antico armadio stile  "Umbertino", indosso scarpe "inglesine" di vernice nera, calze "parigine" grigio fumo, una gonna a pieghe nera leggermente sopra le ginocchia e una magliettina a maniche lunghe dal collo a Lupetto grigia. Ma è ciò che non si vede allo specchio che mi fa sentire diversa, perché come intimo indosso una catena a maglia lunga mm 30 in acciaio, messa doppia a formare un perizoma. Mi stacco dalla mia immagine riflessa, allungo la mano prendo la borsa ed esco di casa. 
Nel scendere la prima rampa di scale in marmo bianco sento la catena insinuarsi nella mia vulva, le maglie catturano in un pizzicotto un lembo di pelle delle mie grandi labbra. Il dolore è acuto e arriva direttamente al cervello come un ago buca un palloncino, il mio corpo si Immobilizza all istante e il respiro si blocca mentre sento scendere una lacrima lungo lo zigomo sinistro, il tutto dura pochissimo ma il dolore acuto amplifica il concetto del tempo.
Ispiro profondamente e il mio corpo riprende a muoversi, mi accorgo che inconsapevolmente Il mio cervello sta dando l'ordine alle mie gambe di camminare più lentamente come se cercasse di proteggersi da questa situazione, ma è tutto inutile, dopo alcuni passi ponderati accadde nuovamente di sentire la mia carne strizzata nelle maglie della catena.
Questa volta a finire sotto lo strittolamento e una porzione di pelle delle piccole labbra e il dolore mi arriva più pungente tanto che dalla gola mi esce un sibilo, i miei denti si contraggono e i miei polmoni risucchiano ossigeno. Calcolo mentalmente la distanza che mi separa dal lavoro e penso... " 800 metri posso farcela"...Riprovo a percorrere la strada camminando come una geisha che indossa i suoi okobo ma un impercettibile movimento di fianchi fa catturare nella catena ancora la mia carne, questa volta il dolore si fonde con l eccitazione di essere all aperto, esposta agli sguardi dei passanti, sento i miei umori colare fino a bagnare l acciaio caldissimo della catena, camminare cercando di mostrare un volto impassibile mi è sempre più difficile.
Ore 10:30,sono passate poco più di tre ore in questa dolce tortura, ogni piccolo movimento mi procura deliziose sensazioni di dolore, sento la mia vagina leggermente gonfia e inizia lo stimolo di urinarie. 
Ore 16,30 sono passate molte ore, nelle quali più volte il mio sesso è stato torturato, e come se ciò non bastasse il trattenere l'urina per 6 ore mi ha provocato un dolore limaccioso all altezza della vescica ormai impossibile per me da sopportare. 
Mi alzo con attenzione e mi dirigo verso il bagno, sento la mia fronte matida di sudore freddo, raggiunto il water alzo la gonna mi siedo facendo attenzione e rilascio l urina, l'averla trattenuta così tanto tempo mi rende faticosa l' espulsione e mi ritrovo a spingere   ma dopo qualche istante  eccola defluire con un getto di cascata provocandomi una sensazione di profondo benessere e una vertigine di piacere all'interno del mio ventre.
Nel passare  un pezzo di carta igienica per asciugare la catena le mie dita sfiorano le mie grandi labbra ormai gonfie, turgide e doloranti, il contatto mi provoca una sottile onda di piacere che sale fino al cervello, tento di resistere alla voglia di toccarmi ancora ma sta per accadere l irreparabile.
In posizione verticale compio una rotazione del busto verso sinistra per scaricare lo sciacquone ma questa torsione fa premere ancora di più la catena alla mia vagina e le maglie questa volta imprigionano a pizzicotto il mio clitoride, l'orgasmo esplode improvviso portandomi alla sensazione di un uovo che si rompe dentro al mio utero, il dolore, bruciore e piacere si fondono insieme provocandomi un onda così devastante da non sentire più le mie gambe, un piacere che mi  sconquassa il corpo e l'anima.
Riapro gli occhi e mi ritrovo inginocchiata a terra con una sensazione morbida, come se il mio corpo fosse un budino di gelatina, mi rialzo con le gambe tremanti richiamando nella mia mente la nascita di puledrino che tentennante cerca di alzarsi e rimanere stabile nella sua posizione, solo in quel istante mi accorgo di avere le cosce bagnate e guardando il pavimento sottostante noto una chiazza trasparente, come se si fosse versato per terra un bicchiere di acqua, sono i miei umori. 

 

La prima esperienza reale di M., che ci autorizza a pubblicare la sua e-mail: marsav795@gmail.com

 

Voglio raccontarvi come è  avvenuto il primo approccio con il bdsm. 

Avevo 24 anni , mi trovavo a roma per una mia mostra personale, la prima esposizione personale fuori dalla mia regione la puglia .
Erano due giorni che una donna di circa 50 anni era lì a visitare l esposizione più volte durante il giorno, il suo sguardo era intenso, sentivo una forte attrazione vrrso di lei  ,allora decisi di avvicinarmi, con una banale scusa, ero molto giovane e non conosco ancora tante dinamiche di seduzioni , vivevo di istinti per lo più di carattere sessuale ma non andavo oltre quello.
Le chiesi cosa ne pensava e che emozioni provava a guardare le mie opere, lei mi rispose con una voce dal tono bassi -mi emozionano.
Nulla di più una timidezza disarmante, non sapevo più cosa rispondere o come argomentare ero liferma a guardarla e lei guardava me, dopo circa 5 minuti mi chiese se a chiusura della galleria avevo il piacere di passare un po di tempo von lei voleva farmi delle domande sl io sono genere pittorico, era molto incuriosita, accettai.
Alle 20,00 ritorno in galleria ero ad aspettarlo da circa 40 minuti, ero scocciato, lei mi rispose che era dispiaciuta ma il traffico era intenso, ho semplificato il lungo discorso ma lei si umilió, sentivo in quel momento la sua inferiorità, mi sentivo forte rispetto a lei.
La serata fu tranquilla, intorno all1,30 in auto fermi in un posto vicino lido di ostia iniziamo a parlare di sesso e mi chiese se io fossi attratto da lei se avessi avuto Mai delle voglio sessuali un po diverse fuori dal comune. 
Ero eccitato,  ma impaurito paura di non essere all' altezza della situazione. 
Le risposi che il mio Desiderio era fare del sesso  sul cofano dell auto, o meglio avrei voluto fare sesso con lei sul cofano,  senza battere ciglio uscimmo fuori ed iniziammo a stuzzicarci ed a giocare, più volte lei mi sussurrava che adorava il mio modo d fare la presa sicura, il fatto che la prendessi con forza e decisione, la spogliai nuda e la feci mia sul cofano dell'auto.  La serata fini così.
Avevamo un appuntamento per la sera seguente a casa sua.
La sera successiva mi venne a prendere andammo a casa sua stuzzicato qualcosa, iniziammo a commentare sulla serata precedente, ci spostammo in camera, lei mi propose un gioco d ruolo, io non sapevo minimamente da dove cominciare, la mia esperienza era zero, lei mi disse - fai di me ciò che vuoi, non pensare a cosa potresti fare ma libera la tua fantasia fai uscire fuori il tuo essere. La prima cosa che feci è stata quella di legare le mani al letto (banale sicuramente) le baciai il corpo la sua pelle profumava,  ricordo benissimo che  durante il rapporto le strinse forte i capezzoli e sentivo il suo piacere  nel sentire dolore e anche il mio piacere aumentava.
Una volta finito la lasciai legata e le dissi che mi piaceva averla li, lei mi rispose che a lei andava bene tutto ciò che a me piaceva ,questa frase mi eccita molto, la slegati dal letto ma le lasciai le mani legate, lei mi chiamò padrone, resta immobile qualche minuto cercavo risposte a quella frase , ma non ne trovavo, ma quella frase mi piaceva m le risposi che mi sentivo tale in quel momento, lei con voce sicura mi disse in questo momento tu sei il mio padrone ed io farò qualunque cosa per darti piacere, se vuoi donarsi dolore fallo,  ma solo se provi piacere a darmi anche dolore, d' istinto presi la mia cinta ma rimasi immobile frenato forse dalla mia poca esperienza, lei mi disse ''sono pronta'', allora le diedi non so quante cinghiata, so solo che da quel momento sono cambiato. 
Ci siamo rivisti per quasi un anno  e abniamo sperimentato tante cose assieme. 
Dopo di lei ho avuto circa 5 esperienze saltuarie ed una relazione durata 13 anni con una slave. 
Ho imparato negli anni che una slave che ti sceglie ed il ruolo di master ha molte responsabilità, non è  solo un gioco ma qualcosa di piu completo, oggi ho 44 anni e non mi butto in relazioni master slave banali.